Bollettino del Centro Camuno di Studi Preistorici Diretto da Lucia Bellaspiga
Recensione di Federico Troletti
Le domus de Janas decorate con motivi scolpiti, Vol. I Giuseppa Tanda, 2015. Cagliari, Condaghes.
Giuseppa Tanda firma un’opera di estrema rilevanza per l’antropologia e l’archeologia della Sardegna, la sua terra natia. Le domus de janas decorate con motivi scolpiti è il primo volume di una serie di pubblicazioni che la studiosa sta curando con il supporto di Regione Sardegna e dell’Università di Cagliari. La pubblicazione, di grande formato con 382 pagine ed edita nel 2015, documenta vari siti della Sardegna detti nella lingua locale “domus de janas” ossia “case delle fate”. Si tratta di vani scavati nella roccia disseminati in varie località della Sardegna.
Dalle prime segnalazioni del 1904 di Antonio Taramelli si è giunti a un catalogo di ben 215 siti di cui è fornita l’ubicazione, la classificazione tipologica, le tecniche utilizzate per l’escavazione, i motivi scolpiti a rilievo e le incisioni, le diverse morfologie tombali con l’individuazione di ambienti adibiti a funzioni funerarie raggruppati in 3 classi e 8 tipi.
Il secondo capitolo affronta la questione della metodologia adottata e le specifiche problematiche incontrate nello studio delle domus de janas.
Il terzo capitolo analizza il contesto dei siti, la scelta della roccia e la questione del rapporto tra tombe decorate e tombe senza manifestazioni artistiche.
Nel capitolo sesto si affronta l’aspetto forse più affascinante delle domus de janas, ossia il loro utilizzo, soffermandosi sulle tipologie dei soffitti così da porli in relazione a un modello di abitazione ‘per i vivi’ da imitare per la casa ‘dei defunti’; questo tema, assai complesso per la carenza di dati sugli insediamenti abitativi coevi, trova una risposta plausibile in un modello proposto dall’autrice.
Preciso e denso di confronti è il capitolo settimo che indaga, in modo meticoloso con un ricco catalogo, le tipologie delle raffigurazioni scolpite nella roccia di cui il bucranio, già oggetto di studi precedenti da parte di Tanda, emerge in modo preponderante. I vari soggetti individuati sono poi analizzati in riferimento alla loro distribuzione all’interno della planimetria delle domus de janas verificando, in modo forse pionieristico, l’impatto generato dalle immagini alle pareti sul visitatore dell’ipogeo offrendo vari spunti di riflessione.
In conclusione viene proposta una sintesi dei risultati soffermandosi in particolare sulla metodologia che ha permesso di fare chiarezza nel rischioso campo di indagine della cronologia dei siti. In aggiunta sono esposti i dati delle analisi chimico-fisiche condotte sui campioni di pigmenti prelevati dalle pareti degli ipogei, e i nessi tra i soggetti riscontrati su supporti litici e fittili, e quelli scolpiti nelle domus de janas.
Il volume è corredato da un dettagliato apparato di piante e sezioni delle domus, tabelle per la classificazione e da un buon numero di fotografie di cui pregevoli sono le tavole a colori che permettono al lettore di stupirsi nello scorrere delle pagine grazie a un catalogo dei siti più affascinanti della Sardegna.
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