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World Heritage Unesco: Arte e Architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas

È all’esame della Commissione Nazionale Italiana Unesco (CNIU) la richiesta di inserimento nella Lista propositiva italiana del SitoArte e Architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas”. Con tale richiesta è iniziato ufficialmente un lungo processo che, se positivo in tutte le sue fasi, porterà all’inserimento di 35 siti archeologici nella Lista del Patrimonio mondiale.


© Fotografie a cura di Nicola Castangia, Bibi Pinna, Alessandra Cossu, Maurizio Cossu, Marcello Puddu e Alma Lombardi. Grafica creata da Marta Porru.


Il progetto di proporre la candidatura all’World Heritage Unesco di alcuni significativi Beni Archeologici della Preistoria sarda deriva dalla consapevolezza della loro consistenza e dell’alto valore scientifico. Tale presa di coscienza è stata acquisita grazie agli studi sulla Preistoria della Sardegna condotti da numerosi archeologi negli ultimi quarant’anni (Atzeni, Contu, Lilliu, Loria, Tanda, Tinè, Trump ecc.).


Avviato nel 2017, il progetto è stato presentato per la prima volta al Convegno internazionale di studi “Le domus de janas decorate: patrimonio dell’Umanità?”, tenutosi a Nuoro il 26 ottobre 2018, organizzato dal Centro Studi “Identità e Memoria” (CeSim/APS), in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Regione Autonoma Sardegna, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività culturali e delle Università degli Studi di Cagliari e Sassari. L’ambito culturale proposto era quindi limitato ad una categoria di monumenti, gli ipogei d’uso funerario preistorici, chiamati in Sardegna domus de janas, presenti nel Continente europeo e, soprattutto, nell’intero Bacino e nelle Isole del Mediterraneo.

Questo modello di sepoltura conta in Sardegna circa 3500 esemplari, diffusi in tutte le regioni storiche dell’Isola, con particolare concentrazione nella Sardegna centro-settentrionale e costituisce l’espressione funeraria ed artistica più rilevante del sistema culturale sviluppatosi nell’Isola tra la fine del V ed il III millennio a. C. Almeno 220 di essi, inoltre, presentano figurazioni d’arte di varia tipologia, realizzate con le tecniche della scultura, della pittura e dell’ incisione, che per la qualità e la pregevolezza delle manifestazioni d’arte contenute, costituiscono un patrimonio storico, culturale ed artistico di altissimo valore, pressoché unico al mondo, con una sola attestazione simile a Malta, nell’ipogeo preistorico di Hal Saflieni, monumento inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.


Poiché i requisiti previsti dalla Convenzione Unesco del 1972 sulla protezione del patrimonio culturale e naturale esigono che le realtà locali si impegnino a garantire servizi di protezione, conservazione e valorizzazione del patrimonio, il Comitato promotore, formato dal Cesim e dai Comuni di Ossi e di Alghero, sostenuto da un Comitato scientifico, costituito da archeologi e professionisti di grande valore ed esperienza, ha stimolato il coinvolgimento delle amministrazioni locali e della popolazione a sviluppare una chiara consapevolezza del valore del patrimonio costituito dalle domus de janas decorate e ad impegnarsi direttamente per la loro salvaguardia. Il Comitato ha proposto, pertanto, la costituzione di una Rete dei Comuni, in coerenza con quanto previsto dall’art. 111, comma 1, del decreto legislativo n. 42 del 22/01/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), il quale stabilisce che: "Le attività̀ di valorizzazione dei beni culturali consistono nella costituzione ed organizzazione stabile di risorse, strutture o reti, ovvero nella messa a disposizione di competenze tecniche o risorse finanziarie o strumentali, finalizzate all’esercizio delle funzioni ed al perseguimento delle finalità̀ indicate all’art. 6”. La rete è stata realizzata ed è in fase di allestimento, a cominciare dall’elezione dei componenti degli organi sociali previsti dal protocollo istitutivo.

Con questa impostazione si è voluto anche attuare quanto è contenuto nelle Linee Guida dell’Unesco (WHC.19/01 10 juillet 2019. Orientations devant guider la mise en oeuvre de la Convention du patrimoine mondial: 36) dove è ritenuta essenziale la preparazione della Lista nazionale « con la partecipazione di un'ampia varietà di parti coinvolte, inclusi gestori di siti, governi locali e regionali, comunità locali, ONG e altri organismi e partner cointeressati ».


A questo punto è cominciato il confronto aperto e costruttivo con l’Ufficio Unesco del Mibact, che ha portato ad un’ipotesi orientata all’individuazione delle categorie monumentali della Preistoria sarda, del tutto assenti nella Lista mondiale, in linea con la strategia globale dell’Unesco che incoraggia a formulare una Lista “rappresentativa, equilibrata e credibile…… progettata per identificare e affrontare le principali lacune nella lista del patrimonio mondiale”.


È opportuno sottolineare che è apparso assai difficile stilare un elenco propositivo, tanto numerosi sono gli esemplari degni di essere nominati, in tutte le categorie finora identificate. Allo stato attuale, infatti, sono attestate tracce anche cospicue di circa 5000 strutture preistoriche, articolate in 10 categorie funzionali.

I criteri Unesco specificamente elaborati per le candidature dei Beni, vale a dire il valore universale, l’integrità e/o l’autenticità, nonché la presenza di un sistema di protezione e di gestione che li salvaguardi, sono stati determinanti per le candidature, tenendo nel dovuto conto, comunque, del valore scientifico, imprescindibile.


La proposta di candidatura scaturita individua alcune evidenze archeologiche particolarmente significative, relative alle componenti del sistema culturale che caratterizza la Sardegna nella Preistoria, nel periodo posto tra la fine del V ed il III millennio a.C., in una visione scientifica generale ed esaustiva, a livello sia regionale che euro-mediterraneo, volta alla ricostruzione della vita quotidiana delle comunità preistoriche. Tali evidenze, ricomposte nel quadro generale, hanno come riferimento l’arte e l’architettura e, all’interno di esse, i paradigmi delle categorie funzionali. Tali categorie sono le strutture di carattere civile, vale a dire le officine litiche, i ripari e le grotte, i villaggi all’aperto, i recinti fortificati megalitici; le sepolture, ossia i circoli funerari, le domus de janas, i dolmen e le allèes couvertes; le costruzioni e gli elementi del sacro, cioè il complesso archeologico di Monte d’Accoddi, i circoli di carattere magico-religioso, i menhir, singoli o in allineamento.

I monumenti, distinti per funzione, si differenziano per età e per appartenenza ai fenomeni culturali ed alle facies/culture individuate nell’Isola.

Scavati o costruiti, i monumenti prenuragici appaiono contraddistinti dai due importanti fenomeni culturali documentati lungo le coste del Mediterraneo e nell’Europa continentale: l’ipogeismo e il megalitismo, entrambi attestati nell’Isola, nel lungo periodo in argomento, quasi contemporaneamente, con una leggera precedenza del primo, documentato, infatti, già nella prima metà del V millennio a. C.

L’ipogeismo, testimoniato ampiamente nelle Isole e lungo le coste del Mediterraneo, ma anche nell’Europa continentale, in Sardegna ha rivelato le manifestazioni più antiche.

Il megalitismo si caratterizza invece come filiazione dal megalitismo occidentale, sviluppatosi tra il 5000 ed il 2000 a. C., un fenomeno originale e specifico delle comunità neolitiche dell’Occidente mediterraneo.

I monumenti distintivi dei due filoni presentano in generale una diffusione differente: le domus de janas, caratteristiche dell’ipogeismo, sono distribuite nella Sardegna centro settentrionale e, marginalmente, nell’area sud-occidentale dell’Isola; le cd. “muraglie”, recinti fortificati megalitici, si trovano invece nell’area centro-settentrionale; le altre evidenze archeologiche megalitiche (menhir, circoli, dolmen e allée couvertes,) si rinvengono nelle zone interne e, in prevalenza, nel Nuorese, lungo la fascia orientale dell’Isola. Si osserva, però, nelle zone interne, una parziale coincidenza di distribuzione tra le domus de janas e i dolmen/allées couvertes.


Più sopra si è accennato ai paradigmi delle categorie funzionali, intesi come monumenti particolarmente significativi della categoria. Si ribadisce che la selezione dei monumenti paradigmatici è stata difficile. I criteri che hanno guidato tale scelta, in sintesi, sono stati di tre tipi: l’alto e talvolta eccezionale rilievo scientifico, unito al notevole valore significativo; i criteri Unesco II, III e VI e l’autenticità e l’integrità dei Beni (Linee Guida: 27-31); l’esigenza di operare una selezione su base rappresentativa delle regioni storiche della Sardegna, con particolare riguardo alle zone interne.

Il risultati della selezione, illustrati nella cartina di diffusione, riguardano i seguenti beni:


- Le officine litiche di Sennisceddu (32) a Pau

- Grotta Corbeddu (31) a Oliena e Riparo Luzzanas (19) ad Ozieri

- Villaggio all’aperto di Serra Linta (25) a Sedilo

- Complesso fortificato di Monte Baranta (6) ad Olmedo

- Necropoli di Li Muri (14) ad Arzachena (circoli funerari e menhir)

- Il dolmen di sa Coveccada (18) a Mores

- Il complesso archeologico di Monte d’Accoddi (9) a Sassari (altare, villaggio e menhir)

- Il Parco di Pranu Mutteddu (33) a Goni (circoli funerari e cultuali, menhir in coppia, triade ed in allineamento)

- Le domus de janas dell’Orto del Beneficio Parrocchiale (12) di Sennori e della Roccia dell’Elefante (13) a Castelsardo


Le necropoli a domus e janas di:

- Anghelu Ruju (2) e Santu Pedru (1) ad Alghero

- Puttu Codinu (3) e Pubusattile (4) a Villanova Monteleone

- Monte Siseri (5) a Putifigari

- Mesu ‘e Montes (7) e S’Adde Asile (8) ad Ossi

- Su Crucifissu Mannu (10) a Porto Torres e di Montalè (11) a Sassari

- Su Murrone (15) a Chiaramonti

- Mandra Antine (16) a Thiesi

- Parco dei Petroglifi (17) a Cheremule

- Sant’Andrea Priu (20) e Sa Pala Larga (21) a Bonorva

- Molia (22) ad Illorai

- Sos Furrighesos (23) ad Anela

- Tomba del Labirinto (24) a Benetutti

- Ispiluncas (26) a Sedilo

- Mrangias/Mandras (27) ad Ardauli

- Sas Arzolas de Goi (28) a Nughedu Santa Vittoria

- Brodu (29) ad Oniferi

- Istevene (30) a Mamoiada

- Corongiu (34) a Pimentel

- Montessu (35) a Villaperuccio


Il rilievo dato alle domus de janas in questa selezione non deriva da una volontà di focalizzare il tema originario dell’azione, ma dalla necessità di sottolineare ancora il valore universale di un’arte che non ha eguali e, pertanto, si manifesta come identitaria del popolo sardo.


Restiamo in attesa delle decisioni della CNIU, augurandoci che i Beni candidati siano al più presto proposti per il riconoscimento all’ UNESCO World Heritage Centre.

Nel frattempo, sostenuti dal Comitato tecnico-scientifico, promuoveremo l’organizzazione di itinerari di turismo sostenibile, alla scoperta delle origini dell’arte e dell’architettura in Sardegna.



Intervento a cura di Giuseppa Tanda, Presidente del Centro Studi “Identità e Memoria” (CeSim/APS), già professore ordinario di Preistoria e Protostoria presso l’Università degli Studi di Cagliari.

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