Le domus de janas (nome attribuito dalla tradizione popolare sarda a questo tipo di sepolture e adottato successivamente nella letteratura scientifica) sono grotticelle artificiali utilizzate come sepolture dalle genti neolitiche e dell’età del Rame, tra la fine del V, il IV e il III millennio a.C. Allo stato attuale delle ricerche sono state documentate nell’isola più di 3000 domus de janas e possono presentarsi isolate o raggruppate in necropoli, a volte molto estese, come quella di Montessu-Villaperuccio (circa 40 sepolture) e Anghelu Ruju-Alghero (37 ipogei). Alcune domus de janas sono arricchite al loro interno da elementi figurativi - scolpiti, incisi o dipinti - che imitano quelle componenti architettoniche che dovevano caratterizzare le abitazioni dei vivi: pilastri, soffitti, cornici, banconi, focolari. Altri ipogei, poi, si segnalano per la presenza di elementi magico-religiosi, quali protomi taurine, false porte, spirali e l’uso dell’ocra rossa per la pittura delle pareti, che dovevano accompagnare e custodire l’esistenza ultraterrena dei defunti.
Video documentario sulle Domus de Janas decorate
Realizzato in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Sassari
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